L’accordo di libero scambio con i Paesi dell’America Latina, per il quale lo scorso 6 dicembre, dopo oltre vent’anni di trattative, si sono concluse le negoziazioni, assumerà per il vino italiano un valore strategico che va oltre il semplice calcolo economico. “Diversificare l’export – ha dichiarato il Presidente di UIV, Lamberto Frescobaldi, a Il Corriere Vinicolo – è un imperativo improrogabile.”
Gli fa eco, sempre sulle pagine del settimanale dell’Unione Italiana Vini, anche il segretario generale Paolo Castelletti: “In un contesto geopolitico globale divenuto sempre più frammentato, anche in vista di possibili dazi da parte degli Stati Uniti, la ratifica dell’accordo di libero scambio con il Mercosur offrirebbe al nostro settore un mercato di sbocco importante nell’ottica della diversificazione dell’export. L’accordo prevede infatti l’abbattimento delle barriere tariffarie, una significativa riduzione delle barriere non tariffarie in materia di etichettatura, certificati di esportazione e pratiche enologiche, oltre al riconoscimento e alla protezione delle Indicazioni Geografiche.”
Con 260 milioni di abitanti e un import vinicolo in crescita (+5,4% il CAGR 2019-2023), l’area Mercosur rappresenta dunque un’opportunità da cogliere, come evidenziato anche nell’analisi sul mercato sudamericano curata dall’Osservatorio del Vino di UIV, pubblicata su Il Corriere Vinicolo n. 9 del 10 marzo 2025. Tuttavia, il percorso politico non è semplice ed “è importante – spiega lo stesso Castelletti – fare pressione sul Parlamento italiano per orientare la posizione del governo a favore dell’accordo.”