Il brandy europeo nel mirino dell’antidumping cinese
L’indagine si concentrerà sul brandy importato dall’UE in contenitori di capacità inferiore a 44 galloni britannici (circa 200 litri)
January 8, 2024
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Ministero cinese del commercio annuncia: aperto un’indagine per presunto damping sul brandy importato dall’Unione Europea
Quando sembra essersi finalmente risolta, dopo anni di tensioni, la controversia commerciale tra Cina e Australia che, nel 2021, portò all’imposizione da parte del paese asiatico di dazi antidumping sul vino australiano in bottiglia, il Ministero cinese del commercio ha annunciato venerdì scorso (5 gennaio 2024) di avere aperto un’indagine per presunto damping sul brandy importato dall’Unione Europea. Tale azione è da leggersi nel contesto delle diverse controversie commerciali che sono fiorite nel 2023 tra Cina e Unione Europea, accusatesi più volte a vicenda di concorrenza sleale e protezionismo.
Come riportato da Reuters, l’indagine – scaturita da una denuncia presentata al dicastero cinese da parte della China Alcoholic Beverages Association in rappresentanza dell’industria cinese del brandy, si concentrerà sul brandy importato dall’UE in contenitori di capacità inferiore a 44 galloni britannici (circa 200 litri). Tra le aziende europee che sarebbero coinvolte nell’indagine figurano Remy Cointreau, Pernod Ricard, Campari e indirettamente Diageo, attraverso una sua partecipazione in una joint venture con LVMH.
L’annuncio dell’apertura dell’indagine – riporta sempre Reuters - ha subito avuto effetti negativi sulle azioni di Remy Cointreau e Pernod Ricard.
Lo scorso anno – ed in particolare nei mesi fino a novembre - la Cina ha importato 1,57 miliardi di distillati d’uva prodotti in Unione Europea e secondo le dogane cinesi la Francia conta in queste importazioni per il 99,8%.
FEB