Benvenuto Brunello 2025: annata 2021, modello Forma e nuova strategia

Benvenuto Brunello 2025 segna un passaggio importante nella storia recente di Montalcino. La 34ª edizione dell’anteprima ha registrato numeri record di partecipazione – tra cantine, stampa internazionale e operatori – confermando la centralità della denominazione in una fase di mercato tutt’altro che semplice. Su Il Corriere Vinicolo n. 39 dell’8 dicembre 2025, un contributo firmato da Franco Santini ricostruisce questa edizione mettendo al centro non solo i calici, ma anche gli strumenti con cui il territorio sta ripensando il racconto delle annate e il rapporto tra Brunello e Rosso di Montalcino.

L’attenzione si concentra sul progetto “Brunello Forma”, il modello multidisciplinare che ha definitivamente superato il sistema delle stelle. Climatologia, dati agronomici, analisi sensoriali e una rete di stazioni meteo sempre più fitta vengono integrati in un impianto che mira a descrivere l’identità di ogni millesimo più che a classificarlo. La vendemmia 2021 diventa così un caso di studio: stress idrico, ondate di caldo, profilo aromatico e struttura tannica sono letti alla luce di una serie storica trentennale, restituendo un Brunello definito da tre aggettivi chiave – fragrante, definito, verticale – e collocato in una chart che mette in relazione densità e tensione, croccantezza e maturità.

Il dossier si arricchisce del dialogo con Giacomo Bartolommei, presidente del Consorzio, che offre una lettura franca del momento. Da un lato, la denominazione affronta dazi, calo dei consumi e incertezze economiche; dall’altro, mostra una capacità di resistenza superiore alla media, con un Brunello che tiene le posizioni e un Rosso in forte ripresa, sostenuto da un albo dedicato e da una base produttiva più autonoma. La scelta di evitare sovrapposizioni tra le due DOC, di definire confini produttivi chiari e di differenziare linguaggi e target di mercato emerge come uno dei punti strategici del prossimo triennio.

Benvenuto Brunello 2025 racconta quindi una denominazione che non si limita a difendere il proprio status, ma prova a ripensare strumenti e narrazioni: dalla misurazione scientifica delle annate alla revisione dei modelli promozionali sui mercati internazionali e su quello interno. In questo scenario, il Sangiovese rimane il perno identitario, ma è circondato da una governance sempre più attenta a integrare dati, analisi e visione strategica.