Rossi a bassa gradazione in Francia: curiosità alta, mercato ancora freddo
Oltralpe il dibattito sui vini rossi naturalmente low è aperto, ma resta lontano dai numeri del successo. Tra esperimenti isolati e consumatori prudenti, il tema della gradazione alcolica divide produttori, sommelier e retailer.
October 24, 2025
2 minuti

Rossi “leggeri” in Francia: tanta curiosità, poca convinzione
La Francia, patria del vino, osserva il tema dei rossi “light” con curiosità ma ancora con molte riserve. Nel Dossier Rossi de Il Corriere Vinicolo n. 32/2025, Christophe Andrieu esplora un mercato che appare pieno di potenzialità ma ancora poco concreto.
I produttori d’Oltralpe si mostrano consapevoli del nuovo orientamento dei consumatori, più attenti al benessere e alla moderazione, ma pochi sembrano pronti a scommettere davvero sui rossi a bassa gradazione. Le difficoltà tecniche, i costi e una tradizione fortemente radicata nel gusto “classico” frenano un’evoluzione che altrove è già in atto.
Il caso più emblematico resta quello di Michel Chapoutier, che aveva ipotizzato una “reidratazione” dei vini per ridurne l’alcol senza comprometterne la qualità. Un’idea provocatoria, ma che ha aperto il dibattito. I sommelier, come Nathan Menou, confermano che l’interesse c’è, ma la soglia psicologica dei 10 gradi resta difficile da superare: “Sotto quel livello – dice – il vino sembra perdere parte della sua anima”.
Anche il commercio mostra curiosità ma non entusiasmo. Les Grappes, piattaforma che riunisce 1.200 produttori, ha provato a distribuire etichette tra 8,5 e 10 gradi, ma il mercato non ha risposto. Come spiega Nicolas Gravellier, “non è solo questione di alcol: i consumatori vogliono vini freschi, sì, ma soprattutto piacevoli e coerenti con il loro immaginario”.
Ci sono però segnali di innovazione. Jean de Tudert, per il gruppo Delaunay, ha creato in Languedoc il “Pinot Noir Low Nat 9%”, frutto di vendemmie precoci e lieviti selezionati per ridurre naturalmente la gradazione. Un rosso che resta autentico e conquista i mercati nordici, dove le nuove generazioni mostrano maggiore apertura.
Ma la realtà, al momento, è chiara: la Francia osserva, sperimenta, ma non osa. I rossi naturalmente low restano una frontiera ancora lontana, più oggetto di conversazione che di consumo. Il bicchiere mezzo pieno? L’interesse c’è, e forse è solo questione di tempo prima che la tradizione trovi un nuovo equilibrio con la leggerezza.
- News
- Il Corriere Vinicolo
- Bordeaux
- Christophe Andrieu
- CV 32/2025
- Eliane Salinas-Lafage
- Francia
- Jean de Tudert
- Languedoc
- Michel Chapoutier
- Nathan Menou
- Nicolas Gravellier
- Rodano
- vini low alcol