Cina, mercato sempre più selettivo. Per l’Italia potenziale ancora inespresso

Il mercato vinicolo cinese attraversa attualmente una fase di profondo riassetto, successiva ai livelli record pre-2019, alla contrazione significativa registrata negli anni seguenti e al parziale recupero del 2024, trainato dal rientro dell’Australia tra i principali fornitori. Il ripristino delle condizioni di accesso al mercato cinese per il vino australiano è avvenuto a seguito della rimozione, a marzo 2024, dei dazi antidumping che per oltre tre anni ne avevano fortemente limitato le esportazioni (ne avevamo parlato qui).

L’assetto competitivo risulta oggi profondamente mutato rispetto al periodo antecedente la pandemia, come illustrato da Paolo Ferrante nel Focus Cina, pubblicato su Il Corriere Vinicolo n. 12/2025. L’analisi si basa sui più recenti dati dell’Osservatorio spagnolo del mercato del vino (OeMV) relativi all’andamento delle importazioni cinesi nel 2024.

Emergono segnali di un progressivo riposizionamento del mercato verso segmenti di prezzo medio, a scapito delle fasce a basso costo, e una persistente concentrazione dell’offerta su un numero limitato di Paesi esportatori. In questo contesto, l’Italia – quarta per valore (dopo Australia, Francia e Cile) e terza per volume (dopo Cile e Australia) – evidenzia margini di crescita ancora non pienamente espressi, con ampie opportunità nel comparto degli spumanti, segmento in cui la domanda appare in evoluzione.