Export agroalimentare italiano: +8% nel 2024

Lo scorso anno le esportazioni agroalimentari italiane hanno segnato una crescita significativa, ma l’introduzione dei dazi USA potrebbe compromettere questo successo. A Milano, durante un evento organizzato dal Consorzio Italia del Gusto, sono stati presentati i dati dell’indagine Nomisma, evidenziando crescite positive in vari mercati, ma anche le preoccupazioni legate agli sviluppi futuri.

Data:

March 27, 2025

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Export agroalimentare italiano: +8% nel 2024

Nel 2024, il Made in Italy agroalimentare si è imposto sui mercati internazionali, con esportazioni che hanno raggiunto i 67 miliardi di euro (+8% vs 2023), di cui ben 57 miliardi sono rappresentati da prodotti trasformati del settore Food&Beverage (+9,5% a valore). Un risultato significativo che, però, dovrà ora fare i conti con la possibile introduzione dei dazi Usa annunciati da Donald Trump per il prossimo mese di aprile.

Negli ultimi dodici mesi, le spedizioni oltreconfine di prodotti trasformati del Food&Beverage hanno registrato crescite particolarmente positive in alcuni mercati strategici, come gli Stati Uniti (+18%), l'Australia (+16%) e il Canada (+15%). Buone anche le performance registrate in altri paesi, come ad esempio la Polonia (+19% nei 12 mesi), il Giappone (+12%), la Spagna (+11%), l'Austria (+11%) e la Corea del Sud, che negli ultimi dieci anni ha segnato una crescita record del +233%.

Meno brillante è stata la destinazione Germania (+6%), paese alle prese con una recessione che sta impattando anche sui consumi alimentari, in particolare su quelli di importazione.

I mercati esteri stanno oggi diventando sempre più rilevanti per il settore Food&Beverage nazionale; il valore delle esportazioni è infatti più che raddoppiato negli ultimi dieci anni (+109%), toccando punte del +153% verso la destinazione Nord America. Principale destinazione del F&B italiano rimane comunque l’Unione Europea, con una quota del 55% delle esportazioni in valore; seguono il Nord America (16%) e, a distanza, l’Asia (9%), l’Africa, l’America Latina e l’Oceania, che rappresentano ognuna il solo 2% del nostro export in valore per questo settore.

Questi dati, oggetto di una recente indagine di Nomisma, sono stati presentati alla stampa il 27 marzo a Milano, in occasione di un evento stampa organizzato dal Consorzio Italia del Gusto, presso il Ristorante Andrea Aprea.

“L’export italiano ha ottenuto la crescita più alta tra i top player del settore, con un +8% che supera la Spagna (+6%), la Germania e la Cina (+4%) – ha dichiarato Denis Pantini (responsabile agroalimentare di Nomisma), commentando questi dati e le loro implicazioni per il settore – Tuttavia, il nostro principale mercato di riferimento, gli Stati Uniti, potrebbe diventare uno scenario complicato se i dazi di Trump venissero applicati, come già avvenuto in passato con effetti negativi sulle vendite.”

Il Consorzio Italia del Gusto, realtà privata fondata nel 2006 su iniziativa di Giovanni Rana e di altri imprenditori italiani, allo scopo di aiutare le aziende consorziate a migliorare la propria competitività sui mercati internazionali, raggruppa oggi 38 delle più importanti aziende del settore alimentare italiano, che insieme contano un fatturato aggregato di 25 miliardi di euro e 55mila dipendenti.

Preoccupazione per la possibile introduzione di dazi statunitensi è stata espressa, dunque, in questa stessa occasione anche dal Presidente del Consorzio, Giacomo Ponti: “I dazi USA, se confermati, potrebbero avere conseguenze pesanti: perdere quote di mercato significa compromettere anni di lavoro e investimenti. Ma il nostro obiettivo resta quello di rafforzare la presenza del Made in Italy nel mondo, esplorando nuove opportunità e consolidando quelle esistenti.”

FEB

 

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Ultimo aggiornamento: March 27, 2025 5:18 PM