L’archivio di Paolo Desana è un “bene culturale”

Il 16 maggio 2022, la Sovrintendenza Archivistica e Bibliografica del Piemonte e della Valle d'Aosta ha riconosciuto l'archivio di Paolo Desana come bene culturale. Questo fondo documentale, contenente materiale sulla normativa vitivinicola italiana e sulle denominazioni di origine, è ora protetto dalla normativa di tutela dei beni culturali. Il fondo include anche documentazione su importanti figure storiche della viticoltura e sulla tragica esperienza degli Internati Militari Italiani (IMI), di cui Desana fu protagonista.

Data:

May 26, 2022

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La Sovrintendenza Archivistica e Bibliografica del Piemonte e della Valle d’Aosta, organo periferico del Ministero della Cultura (MIC), ha emesso in data 16 maggio 2022, decreto di riconoscimento di interesse storico particolarmente importante per il complesso archivistico e bibliografico del Comitato “Casale Monferrato capitale della Doc”. Il complesso è costituito dal Fondo Comitato “Casale Monferrato Capitale della Doc”, dal Fondo Paolo Desana e dal Fondo Arturo Marescalchi.

Come già è dal 2020 per l’Archivio e la Biblioteca di Unione Italiana Vini, le fonti documentali e librarie conservate dal Comitato sono dunque da oggi a tutti gli effetti da considerarsi “beni culturali” sottoposti alla normativa di tutela prevista dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs. n. 42/2004).

Le carte di Paolo Desana (1918-1991) costituiscono uno dei fondi archivistici più rilevanti per la storia della normativa vitivinicola italiana dal secondo dopoguerra agli anni novanta del secolo scorso. Si tratta di un corpus non particolarmente ampio (consistenza circa 5 metri lineari di documentazione, estremi cronologici 1926-1991) ma ricco di fonti di primarie e secondarie relative in particolare alla nascita della normativa italiana di protezione delle denominazioni di origine del vino e ai lavori del Comitato Nazionale per la Tutela delle denominazioni di origine del vino, presieduto per oltre vent’anni da Desana (1964-1989). Sono inoltre presenti faldoni che conservano documentazione relativa a celebri personalità della storia della vitivinicoltura italiana, quali Giuseppe Antonio Ottavi, Arturo Marescalchi e Federico Martinotti.

Notevole anche la sezione fotografica che oltre alle tematiche vitivinicole abbraccia anche quella degli Internati Militari Italiani (IMI), i soldati del regio esercito che successivamente all’armistizio non accettarono di passare nelle file dalla Repubblica Sociale Italiana e vennero così deportati nei campi d’internamento nazisti (Desana fu tra questi, e ne fu oltretutto uno dei più fieri “resistenti”).

La biblioteca di Paolo Desana (riconosciuta anch’essa di notevole interesse storico insieme all’archivio) è costituita da circa 500 volumi, per la maggior parte testi di carattere legislativo, tecnico–scientifico ed economico organizzativo del settore agricolo e vitivinicolo. Nel patrimonio librario si segnala anche un nucleo relativo alla già citata vicenda degli IMI (circa 180 volumi), e - parte del fondo Arturo Marescalchi - la collezione completa de L'Italia Vinicola ed Agraria, rivista fondata da Arturo Marescalchi nel 1911.

Francesco Emanuele Benatti

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Ultimo aggiornamento: February 28, 2025 9:39 AM