Se la Corea del Sud è stata spesso indicata, nel recente passato, come un mercato promettente per il commercio vinicolo globale – ricordiamo che nel 2021 Wine Intelligence la indicò nel suo report Global Compass come il secondo mercato più attraente al mondo dopo gli Stati Uniti (ne avevamo parlato qui) – non è certo comune pensare all’altra Corea, quella del Nord, come meta per le spedizioni vinicole internazionali.
Ebbene, fatti salvi i divieti e le sanzioni commerciali verso questo Paese, occorre notare che anche la Corea del Nord sta, negli ultimi anni, mostrando una certa sete di bevande alcoliche estere, vino compreso.
Come già accaduto dopo la pandemia (si veda qui), la Cina continua a essere il principale fornitore di vino per la Repubblica Popolare Democratica di Corea.
Nel 2023, le spedizioni di vino da “Pechino” a “Pyongyang” hanno raggiunto un volume di quasi 46.000 hl (equivalenti a circa 459.996 litri), per un valore stimato di circa 2,15 milioni di dollari, con quantità e fatturato in crescita rispettivamente del 217% e del 169% rispetto all’anno precedente.
Sebbene nel 2024 si sia registrato un calo di questi scambi (leggiamo i dati precedenti e successivi delle dogane grazie a Vino Joy), la Corea del Nord è comunque stata il secondo mercato per le esportazioni di vino dalla Cina in termini di volume (dopo Hong Kong) e il quarto in termini di valore (dopo Hong Kong, Francia e Macao). Lo scorso anno, infatti, le spedizioni di vino dalla Cina allo Stato nordcoreano hanno totalizzato un volume di circa 23.324 hl (equivalenti a circa 233.245 litri) e un valore di oltre 710.000 dollari. Se si tratti di vino cinese o di riesportazioni dalla Cina di vino prodotto all’estero non è chiaro dai dati doganali cinesi.
