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Secondo quanto riportato dal portale d’informazione China Macro Economy (SCMP), dopo mesi di blocco dovuti alle restrizioni generate dalle politiche di controllo e contenimento della pandemia del Covid-19, tra luglio e settembre scorsi vi è stato un certo ritorno agli scambi di bevande alcoliche tra Cina e la Corea del Nord. Si tratta per lo più di riesportazioni dalla Cina di prodotti già importati dal resto del mondo. In particolare guardando i dati delle dogane cinesi si evince che nel terzo trimestre 2022 sono (ri)partiti alla volta della Corea del Nord superalcolici e vino per un valore di circa 3 milioni di dollari, mentre nulla sembra essere passato per questo “ponte” nei cinque mesi precedenti; una piccola quantità di whisky e vodka invece è stata registrata gennaio in partenza per Pyongyang: valore complessivo delle spedizioni poco più di 38 mila dollari.
Le spedizioni di luglio – settembre 2022 includono circa 380 ettolitri di distillati, 710 ettolitri di vino in bottiglia, 680 ettolitri di whisky e più di 470 ettolitri di vodka, oltre a piccole quantità di gin, tequila e liquori diversi. Sempre secondo quanto nota SCMP, dai registri doganali dei porti di partenza cinesi - si tratta in particolare di aree doganali site nelle province cinesi di Liaoning (al confine con la Corea), Fujian e Hunan, dove le merci possono essere temporaneamente stoccate senza il pagamento di dazi – dai registri doganali non è facile risalire con certezza al paese di provenienza delle merci, ma possibile ipotizzarne la possibile origine allineando i dati di import export secondo la coincidenza per prodotto dei volumi delle merci arrivate e poi ripartite.
FEB